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Argentina


Geografia

È l’ottavo Paese al mondo per estensione e il secondo in Sud America dopo il Brasile. Comprende 23 province (compresi una parte della Terra del Fuoco, alcune isole e uno spicchio di Antartide di 49° fino al Polo Sud). La parte continentale è lunga 3.500 chilometri e larga 1.400 chilometri nel suo punto più ampio. Data la vastità del territorio argentino, topografia e clima sono molto variabili in base alle zone: si va dal clima tropicale del nord al subantartico del sud (che risente però degli effetti benefici degli oceani che bagnano i due lati meridionali).

Il Paese si può dividere in 7 zone geografiche:

  1. le PAMPAS centrali pianure aride o umide
  2.  la MESOPOTAMIA foreste pluviali e paludose del nord-est
  3. il CHACO regione boschiva al centro nord,
  4. il NOA o ELEVATE ZONE del nord-ovest
  5. il CUYO o DESERTO MONTUOSO occidentale
  6. la PATAGONIA ovvero gli altopiani ventilati del sud
  7. la TERRA DEL FUOCO al sud

Attraverso questi territori così eterogenei è possibile passare dalle foreste tropicali ai ghiacciai perenni sperimentando ogni sfumatura climatica e ambientale. I territori più conosciuti dell’Argentina sono le pampas ovvero le grandi distese di praterie alluvionali che si estendono per un raggio di quasi 1.000 chilometri intorno a Buenos Aires dove vivono oggi gli ultimi Gauchos. Le Pampas si dividono in due aree: le Pampas umide e quelle aride che si trovano più a ovest verso le Ande. Queste infinite praterie caratterizzano il paesaggio che è monotono con una vegetazione che si limita ad erbetta, bassi arbusti e graminacee. Vi è un solo albero originario di questi territori che si chiama Ombù; si tratta in realtà di un grosso cespuglio. Oggi sono stati impiantati numerosi filari di alberi che servono a frangere il vento e a dare un po' di movimento e frescura all’intera area. Le Pampas sono le regioni più fertili dell’Argentina da dove provengono gran parte delle famose carni di manzo argentine, grazie ai ricchi pascoli, e dove ci sono intense coltivazioni di cereali. Ci sono delle basse catene collinari, di cui le sierras Tandil e Ventana sono le più importanti, che interrompono in modo irregolare le immense distese di praterie. Il Rio della Plata ha più di sei fiumi che fungono da affluenti tra i quali il Paraguay, l’Uruguay e il Paranà.

La mesopotamia - così chiamata per essere quel territorio incastonato tra i due grandi fiumi del Paranà e Uruguay - si trova nella zona nord ovest del Paese ed è caratterizzata per la presenza di un’infinità di corsi d’acqua che rendono il territorio basso e paludoso cosa cui contribuisce l’alta piovosità dell’intera area.  È una zona ricca di allevamenti di bestiame, pecore e cavalli. Per la produzione di lana la Mesopotamia detiene il primato nazionale. Procedendo a nord il clima diventa subtropicale quindi molto umido. È la zona dell’intensa coltivazione di frutta, mate (particolare specie di tè) e dello sfruttamento delle foreste con l’industria del legname. Al confine con il Brasile troviamo le famose cascate di Iguazù costituite da quasi 300 corsi d’acqua che lanciano la loro acqua nella foresta tropicale da oltre 60 mt di altezza.

Il Chaco si trova nell’area centro settentrionale del Paese e sta a significare “terra di caccia” nel dialetto locale. È un’area ricchissima di fauna, coperta da giungla e savana. Qui è forte lo sfruttamento delle foreste, che offrono del legno duro di buona qualità; ci sono nelle aree disboscate allevamenti di cavalli e colture di cotone. Il Chaco si estende fino a Bolivia, Paraguay e Brasile. Al confine con la Bolivia le terre raggiungono la loro massima elevazione e la popolazione di origine prevalentemente mestiza alleva lama, capre e pecore.

Più ci si avvicina alle Ande e quindi alle terre del nord-ovest e più il territorio diventa arido. C’è un freddo e arido deserto chiamato Puna de Atacama che si estende lungo le Ande a Nord della provincia de Catamarca in direzione della Bolivia. Le province di Tùcuman, Jujuy e Salta custodiscono anche importanti tenute e piantagioni di tabacco, vigneti, agrumeti, canna da zucchero e uliveti. Qui il clima è tropicale con inverni miti.

Il Cuyo o deserto occidentale comprende le province di San Juan, Mendoza e San Luis. Qui la cordigliera andina raggiunge la sua vetta massima con l’Aconcagua di 6.980 metri. In quest’area sono presenti diverse altre vette che superano i 6.000 metri. Qui la gran parte del paesaggio è dominata dalla cordigliera andina e dalle terre desertiche che si trovano ai piedi delle Ande. Questi deserti sono caratterizzati dalla presenza di numerosi corsi d’acqua di origine glaciale, da una bassa vegetazione di arbusti e dal vento. L’irrigazione generata dalla presenza di questi grandi fiumi glaciali, ha consentito di rendere l’area famosa per le sue uve, il vino e gli agrumi che trovano nel terreno sabbioso irraggiato dal sole tutto l’anno, luogo ideale dove crescere.

La Patagonia occupa un quarto del territorio argentino con una serie di altopiani degradanti dalle Ande, che qui sono più basse che nella zona del Cuyo, verso est e quindi la costa atlantica. Questa vasta regione custodisce diversi parchi nazionali e capolavori della natura come il Perito Moreno, il Cherro Torre e diverse altre bellezze naturali. Le Ande sono qui più verdi che altrove e ci sono numerosissimi laghi in prossimità della cordigliera. Più ci si sposta verso est e più le terre diventano basse, semi aride e piatte. In tutta la regione batte quasi costantemente un vento sferzante che talvolta tocca una velocità di 200 chilometri orari. Più ci si sposta a sud e più i venti diventano incessanti. Il territorio a causa dei venti e del gelo invernale è eroso e arido, nonostante la presenza di un buon numero di corsi d’acqua e laghi di origine glaciale. L’irrigazione nel nord della Patagonia consente la coltivazione di ortaggi e frutta anche se l’economia dell’intera area era, soprattutto in passato, ed è caratterizzata dall’allevamento delle pecore che però oggi va estinguendosi a causa del crollo del prezzo e dell’utilizzo della lana avvenuto verso la fine degli anni Settanta. Oggi il turismo costituisce la nuova fonte economica in forte sviluppo in tutta l’area.

La Terra del Fuoco si trova oltre lo stretto di Magellano fino al canale di Beagle. Qui il clima è subantartico ma fortemente mitigato dalla presenza dei due oceani Atlantico e Pacifico che consente la crescita di rigogliose foreste. L’economia è di tipo mercantile, in passato legato al passaggio delle baleniere. C’è anche un’industria legata all’assemblaggio di materiale elettronico della Grundig e di altro genere che grazie alla favorevole imposizione fiscale di questa zona ha trovato luogo ideale dove risiedere.  Notevole è il contributo turistico, la città di Ushuaia è la città più a sud del mondo e da qui partono numerose navigazioni che portano in Cile o in Antartide. Il nome di Terra del Fuoco si deve alla storia secondo cui i primi esploratori europei che navigavano al largo diretti verso ovest vedevano verso terra un numero consistente di fumi e fuochi accesi dagli indigeni, in seguito chiamati Patagoni per via delle impronte dei loro piedi molto grandi a causa delle primitive calzature che si costruivano con pelli di animali. L’immagine della Terra del Fuoco è legata a mari impetuosi, bufere di vento, ghiacci e freddo perenne. I marinai descrivevano questo terre e mari come i 40° ruggenti, i 50° furiosi e i 60° urlanti. Il clima è subantartico e mitigato dalla presenza dei due oceani. Le temperature nel Canale di Beagle vanno dai 30° estivi ai -14° invernali. L’esplorazione di questa terra cominciò con Magellano nel 1520 e proseguì con Drake, Cook, pirati, scienziati come Darwin ed esploratori. La popolazione attuale origina da questi avventurieri che qui giunsero nel corso dei secoli passati. L’uomo colonizzò questa terra in epoca molto antica; i primi reperti risalgono a 10.400 anni fa quando una popolazione giunse da nord prima che si determinasse lo Stretto di Magellano. Quando gli europei arrivarono esistevano quattro gruppi distinti di indigeni: gli Ona e gli Haush che vivevano nelle pianure cacciando il guanaco e gli Yamana e gli Alaculuf che pescavano con l’arpione spostandosi in canoa tra i fiordi e le isole. Gli indigeni furono decimati dalle malattie introdotte dagli europei e dalle feroci persecuzioni. Oggi sono rimasti pochissimi rappresentanti delle antiche tribù. Ushuaia fondata ufficialmente nel 1884 è la città più a sud del mondo e anticamente era l’ultimo porto prima di affrontare Capo Horn che consentiva alle navi esplorative e mercantili di raggiungere il Pacifico. Baleniere e navi dirette alle miniere cilene, alle spezie delle Indie e al frumento australiano di qui dovevano passare almeno sino al 1914, anno in cui aprirono il Canale di Panama. Oggi vi abitano circa 23mila persone che si occupano di turismo, assemblamento di materiale elettronico (Grundig), allevamento di granchi e segherie. Il clima subantartico ha favorito lo sviluppo della flora e della fauna. Ci sono foreste enormi anche se sono solo sei le specie di alberi presenti in natura. Diversi tipi di arbusti producono bacche e fiori. Tra piante e fiori si contano più di 500 specie di cui circa 150 sono state artificialmente introdotte. Le specie animali originarie sono il guanaco, il lupo delle Ande, topi, tucu-tucu e pipistrelli. Furono introdotti poi castori, conigli e volpi della Patagonia. Ci sono oltre 200 tipi di uccelli tra residenti e migratori (addirittura pappagalli, fenicotteri e colibrì). Ben 6 specie di foche, 27 di cetacei, leoni marini, lontre e nutrie completano il profilo della fauna di questa affascinante terra. Le visite sono al Parco Nazionale dove vive l’oca Kelp o Papera a Vapore, alla vecchia Prigione, al Museo della Fine del Mondo, al Canale di Beagle in navigazione.

La Zona de “El Calafate”: la città principale della regione meridionali dei laghi si trova a 300 chilometri ad ovest di Rio Gallegos. Il viaggio via terra su strade parzialmente asfaltate dura circa cinque ore. La città si trova più a sud della Nuova Zelanda. La cittadina è in forte sviluppo in conseguenza del crescente turismo internazionale ed è caratteristica la sua architettura con case basse e a tetti spioventi che ricordano le case alpine. A ovest di Calafate si trova lo “Hielo Continental” che è una cappa di ghiaccio di 22mila chilometri quadrati posta sulle Ande meridionali. I Ghiacciai come l’Upsala e il Perito Moreno derivano da questa calotta lunga 240 chilometri  e larga sino a 70 chilometri. Il Perito Moreno si trova a 80 chilometri da Calafate sulla Riva del Lago Argentino. Il fronte del ghiacciaio è lungo 4 chilometri e alto fino a 60 metri. Si tratta di uno dei pochi ghiacciai ancora in fase di crescita. Dal 1947 a fasi cicliche regolari, dapprima ogni due anni in seguito ogni tre e quindi ogni quattro, il ghiacciaio è avanzato fino a una protuberanza di terra isolando in questo modo un braccio cieco del lago. Il livello delle acque in questo cul de sac cominciava quindi ad elevarsi determinando una forte pressione sulle pareti di ghiaccio che fungevano da sbarramento fino a farle crollare. Il crollo creava un fragore udibile fino a Calafate. Lo spettacolo non si ripete più da qualche anno ma i blocchi di ghiaccio, anche molto consistenti, che si staccano dal fronte del ghiacciaio dirupando fragorosamente nel lago e alzando una massa notevole di acqua sono la quotidianità, rendendo una visita al ghiacciaio un’esperienza indimenticabile. La gita in battello sul lago che porta al Ghiacciaio Upsala parte da Porto Bandera al mattino e dura da sei fino a otto ore a seconda della tipologia di itinerario scelto. Il ghiacciaio è lungo 50 chilometri e il suo fronte largo 10. A differenza del Perito Moreno l’Upsala non tocca il fondo del Lago Argentino determinando una differente ma assai interessante caduta del fronte ghiacciato. Per arrivare al fronte si naviga in mezzo ad iceberg di notevoli dimensioni. Più a nord a circa 230 chilometri  da El Calafate si trova El Chaltèn luogo da dove sono partite e partono le spedizioni alpinistiche per scalare il Fitz Roy e il Cerro Torre. Il paesino è in forte crescita sempre in conseguenza del crescente turismo. E’ abitato da lavoratori stagionali e da piccoli proprietari di hotel, campeggi e ristoranti. L’età media è 30 anni quasi tutti provenienti da Buenos Aires, quasi tutti appassionati di montagna. Per gli amanti del trekking la località offre numerosissimi itinerari spettacolari che portano in vallate piene di boschi, torrenti e laghi tutte caratterizzate dalla presenza delle spettacolari cime del Cerro Torre e del Fitz Roy.

Peninsula Valdès: balene, pinguini, elefanti marini e foche sono solo alcuni degli abitanti che popolano questo promontorio dove la natura è ancora selvaggia. Questa regione è situata su una delle più basse depressioni del mondo che arriva fino a 42 metri sotto il livello del mare. Il punto migliore da dove far iniziare l’esplorazione di questa terra è sicuramente Puerto Piramide, unico villaggio della penisola e punto di partenza nei secoli scorsi del sale di Salina Grande. Particolare attenzione va all’Isla de los Pàjaros, una riserva ornitologica dove è vietato l’ingresso al pubblico e che è possibile osservare solo con potentissimi telescopi. Grazie ad essi si riesce a vedere la ricostruzione di una cappella che è stata eretta dai primi coloni spagnoli. Oltre agli innumerevoli animali, la Peninsula Valdes è anche un luogo dove poter incontrare numerosi appassionati di pesca e di sport acquatici. Il punto più a nord dove vivano i pinguini è alle Galàpagos: il Pinguino di Magellano è il Pinguino che si viene a riprodurre in questo luogo. Trascorrono l'inverno in mare ma vengono verso la fine di settembre a riva per riprodursi, scavando dei cunicoli dove covano le uova. La Balena Franca raggiunge in media i 12 metri di lunghezza e oltre 30 tonnellate di peso. Arriva nella peninsula in autunno e se ne va in primavera .

Buenos Aires: le sue origini risalgono al 1516 quando Juan de Solìs vi approdò dopo un suo viaggio nelle Indie. Ma è venti anni dopo che si può individuare il primo insediamento spagnolo, ad opera di Pedro Mendoza, che fu il primo a rendersi realmente conto delle opportunità economiche di questa terra. Buenos Aires, che deve il suo nome proprio a Pedro Mendoza, situata sulla foce del Rio de la Plata, è sorta attorno a plaza de Mayo. Ultima nata fra le grandi capitali sudamericane, questa città ebbe un notevole sviluppo tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX tanto da divenire un importantissimo centro giudiziario e funzionario dell’America Latina. Nel 1880, quando salì al potere Julio Rocas, si decise di riorganizzare la città dal punto di vista urbanistico, si pensò di prendere spunto da una famosa città europea scegliendo Parigi. È attorno agli inizi del 1900 che dopo alcuni lavori e dopo che si svilupparono manifestazioni culturali di livello mondiale, che Buenos Aires fu denominata la Parigi dell’America Latina. In quel periodo l’Argentina visse appieno l’esperienza delle grandi immigrazioni di popolazioni da tutto il mondo: dall’Italia alla Siria, dalla Germania alla Polonia. La città è suddivisa in barrios, caratterizzati tutti quanti da una stessa organizzazione urbana, ognuno infatti si sviluppa intorno ad una piazza e a una chiesa, con le strade circostanti che sono organizzate secondo la struttura romana. Per le popolazione dei barrios, appartenere ad uno di essi, è motivo di orgoglio; ciascuno con la propria squadra di calcio che incontra quelle degli altri scatenando accese rivalità. La Plaza de Mayo, è il fulcro della città: lì si trovano il Cabildo, la Catedral Metropolitana, e la Piramide de Mayo, un piccolo obelisco attorno al quale, ogni giovedì, le Madres de Plaza de Mayo marciano per un concreto chiarimento delle atrocità determinatesi durante il periodo dei Generali. Famoso è il palazzo che si trova nella parte orientale della piazza, la Casa Rosada, sede del governo, il cui colore rosa è soggetto a varie interpretazioni, alcuni dicono che sia dovuto al fatto di distinguerla dalla Casa Bianca, altri che si trattò di un compromesso tra le due opposte forze politiche che avevano i propri palazzi colorati di rosso e di bianco. Questo palazzo fu il luogo in cui Juan Peron e Raul Alfonsin ed altri politici argentini, riunivano le masse per dare prova della loro popolarità e sostegno che avevano da parte del popolo. Un monumento di spettacolare bellezza e di grandezza è sicuramente il Teatro Colòn, inaugurato nel 1908, sito su un intero isolato, si estende in altezza per ben sette piani. Esso fu realizzato grazie alla collaborazione di tre diversi architetti, che unirono diversi elementi artistici di epoche differenti. È possibile notare elementi che ricordano il rinascimento italiano e tratti che si rifanno all’arte greca o francese. Può contenere fino a 2500 persone sedute oltre ad altre 1000 in piedi. Tra i vari quartieri che troviamo a Buenos Aires, particolare attenzione deve essere prestato a La Boca, che in origine fu occupato dagli emigrati italiani. Questo quartiere è caratterizzato dai numerosi colori brillanti con cui sono dipinte le case (caminito). Naturalmente Buenos Aires è famosa anche per il tango, che si può ballare in numerosissimi bar.