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Birmania


Cultura

Religione

La Birmania è il Paese degli stupa, ovvero dei reliquiari buddhisti, spesso conosciuti come “pagode”. Il termine birmano paya viene tradotto nelle lingue occidentali con il termine fuorviante di “pagoda”, in realtà letteralmente significa “cosa sacra” e può riferirsi a persone, a divinità o a luoghi legati alla religione e vengono frequentati come centri di meditazione e contemplazione.

Architettura

L’architettura tradizionale birmana contempla lo zedi (dagoba in Sri Lanka, stupa in India, chedi in Thailandia), edificio a forma di campana che solitamente contiene reliquie sacre e il patho, edificio a pianta quadrata o rettangolare rappresentante un tempio o santuario il cui punto focale è costituito da immagini del Buddha. I patho più antichi vennero fortemente influenzati dall’architettura pyu mentre quelli di epoca più recente aggiunsero alle caratteristiche originarie alcuni elementi indiani. Bagan conserva numerose pagode di entrambi i periodi dove i patho presentano i diversi stili architettonici: l’Ananda e i Dhammayangy sono testimonianza del periodo precedente, mentre il Thatbyinnyu, il Htilominlo e il Gawdawpalin appartengono all’epoca più recente. I periodi di Bagan e Mandalay sono quelli che maggiormente offrono, nell’ambito dell’architettura e scultura, stili e tradizioni d’argomento buddista evidenziando l’abilità artistica e il talento del popolo birmano. Sebbene in Birmania esistano svariate culture indigene, quella dominante è principalmente quella Bamar. La cultura Bamar è stata influenzata da quelle degli stati confinanti. Ciò è manifestato nella cucina, nella letteratura, nella musica, nel teatro e nella danza. Le arti, soprattutto la letteratura, hanno come tema principale il Buddhismo Theravada.

In qualsiasi villaggio birmano tradizionale, il monastero è il centro della vita culturale e i monaci sono venerati anche dai laici. Per un ragazzo che diventa monaco si esegue una cerimonia chiamata shibyu, che rappresenta il più importante rito di crescita. Alla stessa età le ragazze svolgono delle cerimonie in cui si perforano i lobi delle orecchie. La cultura birmana è più evidente nei villaggi in cui queste cerimonie si compiono in tutto l'arco dell'anno, specialmente nelle pagode. Il colonialismo britannico ha introdotto alcuni elementi occidentali, specialmente nell'educazione e negli edifici delle città come Yangon. In seguito all'attività missionaria nelle minoranze Karen e Shan è diffusa la cultura cristiana.

Etnie

In Birmania vivono molte minoranze, che parlano più di cento dialetti. Tutte, però, si riallacciano a tre gruppi principali, i Mon-Khmer, i Tibeto-birmani e i Tai-Shan. Le sette popolazioni, a parte i Birmani, abbastanza numerose da costituire entità amministrativamente separate all’interno del Paese, sono i Chin, i Kachin, i Karen, i Kayah, i Mon, gli Arakan e gli Shan. I Chin vivono nella zona montana nord-occidentale e appartengono al gruppo tibeto-birmano; nell’antichità erano spiritisti, ora sono in prevalenza cristiani o buddisti. In alcune zone delle montagne Chin, le donne si tatuano il volto con disegni distintivi, talvolta estremamente elaborati, della tribù. I Kachin sono un altro popolo tibeto-birmano. Gli abitanti dello Stato del Kachin si possono dividere in quattro gruppi linguistici principali: Jingpaw, Maru, Yaywin e Lisu. Verso la fine del XIX secolo, i missionari cristiani svilupparono una forma scritta di Jingpaw servendosi dell’alfabeto romano, rendendo questo idioma il più diffuso di tutto lo Stato. Tradizionalmente i Kachin erano spiritisti, ma oggi è possibile trovare fra loro molti cristiani e buddisti. Le origini dei Karen sono state oggetto di molte discussioni. Alcuni missionari cristiani hanno persino sostenuto che fossero i discendenti di una tribù perduta di Israele. Per molto tempo si è anche creduto che fossero una popolazione Tai-Shan. Tuttavia, gli studi sui loro idiomi e sulle loro usanze hanno evidenziato in modo convincente la loro appartenenza al gruppo tibeto-birmano. Al pari dei Chin e dei Kachin, anche i Karen erano spiritisti per tradizione; oggi invece, vi sono molti cristiani e buddisti, oltre ai gruppi religiosi specifici di questa etnia. Uno fra i più interessanti professa la fede Leke, una variante buddista basata sul culto del Maitreya, il Budda che si manifesterà in futuro. Tuttavia, a differenza degli altri buddisti, la loro fede non prevede immagini sacre, pagode o monaci. Il monumento religioso principale è una struttura in legno priva di recinzioni. La religione che comunque ha avuto il maggior impatto sui Karen è il cristianesimo; numerosi infatti sono i missionari che convertirono le comunità istituendo scuole e consentendo così di proseguire gli studi e intraprendere professioni moderne. Fra i Karen si pratica ancora l’animismo, malgrado i cristiani e i buddisti si oppongano fortemente alla venerazione degli spiriti. Lo stato del Kayah confina con quello dei Karen. Un tempo i Kayah erano chiamati Karennis (Karen rossi) per il colore dei loro costumi. All’interno dello stato vivono popolazioni diverse: la più nota è forse quella dei Padaung, le cui donne sono spesso indicate come “donne giraffe”. Il motivo del soprannome deriva dalla loro usanza di allungarsi il collo, sovrapponendo spessi anelli di ottone con il trascorrere del tempo: in età adulta alcune di loro arrivano a portare fino a venti anelli e più. Gli Arakan della costa occidentale hanno una lunga storia che può essere paragonata a quella dei Mon e dei Birmani. Tuttavia, siccome questa regione è separata dal resto della Birmania dall’Arakan Yoma, queste popolazioni non sono state coinvolte nelle guerre degli altri due popoli. I potenti sovrani della Birmania centrale si imposero agli Arakan, invadendo il territorio ed esigendo tributi. Ma solo nel XVIII secolo, questa regione venne annessa al regno birmano dal re Bodawpaya. I primi abitanti dell’Arakan sono alquanto misteriosi. Si pensa che fossero una mescolanza fra popolazioni mongole e ariane provenienti dall’India. Di sicuro i primi re dell’Arakan erano di ceppo indiano ed ora la maggioranza sono di appartenenza tibeto-birmana, e parlano una lingua simile al birmano, che alcuni esperti ritengano sia addirittura la forma arcaica. Le lingue di alcuni degli altri gruppi mostrano influssi di bengalese. A causa della sua posizione geografica, il bengala ha svolto un ruolo rilevante nella storia e civiltà dell’Arakan. Nel XV sec. aiutò gli Arakan a opporsi alla potenza dei re di Ava. Da allora, i re dell’Arakan iniziarono ad usare titoli islamici, sebbene rimanessero buddisti come la maggior parte dei sudditi. Vi sono comunque più musulmani nell’Arakan che in qualsiasi altra parte della Birmania. Nonostante le influenze bengalesi e islamiche, l’Arakan è rimasto comunque una regione prevalentemente buddista per secoli. Secondo la tradizione il buddhismo approdò sulla costa occidentale della Birmania quando Buddha era ancora in vita. Il fatto non è comprovabile, ma l’immagine più famosa di Buddha creata dagli Arakan, il Maha Myamuni, sembra risalire al II secolo a.C.; essa venne portata via dal figlio del re Bodawpaya quando conquistò Arakan. È considerata una delle immagini più sacre della Birmania ed è conservata in un tempio a Mandalay. Gli Shan hanno avuto una parte molto importante nella storia della Birmania. Lo stato dello Shan comprende varie etnie, appartenenti in maggioranza al gruppo Tai-Shan, come gli Shan veri e propri, ma anche ai Tibeto-birmani e ai Mon-Khmer. Si calcola che esistano ventisette sotto-gruppi principali, che comprendono, fra gli altri Shan, Pa-o, Palaung, Kachin, Intha e Danu. L’animismo è praticato da alcuni Shan e da altri abitanti dell’altopiano; si trovano però anche cristiani fra i gruppi tribali. Dato che gli Shan sono in maggioranza buddisti, il loro calendario delle festività segue l’anno buddista. 

Lingua

La lingua birmana è la lingua ufficiale della Birmania. La lingua birmana è data dal dialetto di Rangoon, a causa della centralità amministrativa della ex-capitale. I dialetti più diffusi e importanti sono: Merguese, Mandalay, Beik, Tavoy e Rakhine, che hanno un accento piuttosto diverso (pur essendo comprensibili dai rispettivi parlanti). 

Cucina

Il riso, ingrediente fondamentale della cucina birmana, è spesso condito con spezie piccanti o accompagnato da una saporita insalata di verdure crude; su quasi ogni piatto viene aggiunto il ngapi, pasta di gamberi essiccata e fermentata. Il succo di canna da zucchero è una bibita molto diffusa per le strade delle città. La bevanda alcolica più comune è il brandy all'arancia

Clima

Nel complesso il clima birmano è tropicale e caldo, sebbene l’altopiano Shan sia più temperato. I monsoni costituiscono il principale fattore del ciclo stagionale, infatti qui esistono le stagioni delle piogge (da metà maggio a metà ottobre), la stagione fresca (dalla fine delle piogge a circa la seconda metà di febbraio) e la stagione calda.