Libia
Storia
L'odierna Libia era abitata sin dal periodo neolitico da popolazioni indigene, antenate dei Berberi odierni, dedite all'allevamento dei bovini e alla coltivazione dei cereali.
I popoli libici, alleatisi coi popoli del mare, vennero sconfitti dagli egizi e sottomessi, integrandosi nel regno fino a giungere al potere con Herihor, governatore di un regno autonomo dell'Alto Egitto durante il terzo periodo intermedio, e con Hedjekheperra-setepenra fondatore delle dinastie libiche.
I Fenici di Tiro fondarono in seguito i porti di Leptis, che in seguito caddero nell'orbita di Cartagine, mentre i Greci si insediarono a Cirene, Arsinoe, Berenice, Apollonia e Barce andarono così a costituire la cosiddetta Pentapoli Cirenaica.
L'Impero Romano acquisisce la Tripolitania nel 146 a.C. dopo la definitiva distruzione di Cartagine, e la Cirenaica nel 96 a.C., scontrandosi coi Garamanti dell'interno.
Diocleziano, nella spartizione dell'Impero, divise la Libia tra Tripolitania, nell'occidentale Diocesi d'Africa, e Libya superior e Libya inferior nell'orientale Diocesi d'Egitto. Terremoti, invasioni delle popolazioni sirtiche e declino delle città causarono il declino della regione.
Nel 430 i Vandali di Genserico occuparono i territori libici, arrivando a distruggere Tolemaide.
Verso al fine del V secolo lo stato vandalo cadde in declino, abbandonando la maggior parte dell'interno ai Mauri e ad altre tribù del deserto.
Nel 533, l'imperatore bizantino Giustiniano, deciso ad attuare la sua vasta politica di riconquista dell'Occidente, mosse guerra in Africa, sino a che, dopo un anno di lotte, l'ultimo re vandalo, Gelimero, si arrese nel 534 al generale bizantino Belisario.
Giustiniano istituì la Prefettura del Pretorio d'Africa, formata da sette province, tra cui Tripoli, difendendo i territori dalle incursioni dei berberi.
Le province nordafricane, insieme ai possedimenti romani in Spagna, vennero riunite nell'Esarcato d'Africa dall'imperatore Maurizio.
L'esarcato conobbe una certa prosperità e trovatosi, dopo il 640, a dover fronteggiare l'urto della conquista islamica, l'esarcato riuscì, pur con qualche battuta d'arresto, a tenere testa alla minaccia per qualche tempo. Ma nel 698 un esercito arabo proveniente dall'Egitto saccheggiò Cartagine e conquistò l'esarcato, mettendo fine al dominio cristiano e romano sul Nordafrica.
La Seconda Crociata permise infine ai Normanni di Ruggero II di Sicilia di impadronirsi dell'intera costa libica, compresa tra Tripoli e Capo Bon (1135), pur venendo in breve tempo cacciati (1163) dagli Almohadi di al-Andalus.
La minaccia dei corsari barbareschi spinse nel 1510 gli spagnoli, padroni del Regno di Sicilia, a intervenire, affidando Tripoli e Malta ai Cavalieri di San Giovanni.
Con l'indebolimento dell'Impero turco, un nuovo regno autonomo si stabilì in Libia tra il 1711 e il 1835, sotto la dinastia Karamanli, ufficialmente tributaria del Sultano, e prospera per il commercio degli schiavi e la guerra di corsa.
La pirateria libica spinse gli Stati Uniti d'America ad intervenire, per la prima volta fuori dal continente, nella Prima guerra barbaresca (1801-1805), occupando la città di Derna.
Nel 1911 l'Italia di Giolitti dichiarò guerra all'Impero Ottomano per ottenere il controllo della Libia con la pace di Losanna.
Fino agli anni '30, gli italiani combatterono la resistenza organizzata dai Senussi, fino all'impiccagione di Omar al-Mukhtar, nel 1931, mentre coloni italiani si stabilivano in Libia, fino a costituire il 13% della popolazione nel 1939.
Nel gennaio 1943 la Libia venne occupata dalle truppe degli Alleati, anche se gran parte degli italiani rimasero in Libia.
Col Trattato di Pace del 1947, la Gran Bretagna amministra Tripolitania e Cirenaica, e la Francia il Fezzan, in gestione fiduciaria delle Nazioni Unite, mentre la Striscia di Aozou viene riconsegnata alla colonia francese del Ciad.
La Libia entra nella Lega Araba il 28 marzo 1953 e nell'ONU il 14 dicembre 1955.
Nel mese di aprile del 1955 il paese iniziò l'esplorazione petrolifera, e scoprendo per la prima volta i giacimenti nel 1959. Il 25 aprile dello stesso anno il sistema di governo federale fu abolito e il nome del paese fu modificato in Regno di Libia.
Il paese fu ribattezzato "Repubblica araba di Libia" e Mu?ammar el-Ghedd?f? presiedette il governo provvisorio, che avviò un programma di nazionalizzazioni delle grandi imprese e dei possedimenti italiani, chiudendo inoltre le basi militari statunitensi e britanniche.
Nel 1970 i beni degli italo-libici furono confiscati, e gli stessi cittadini furono costretti a lasciare il Paese entro il 15 ottobre del 1970.
In politica estera, la Libia rivoluzionaria appoggia i movimenti di liberazione nazionale, primo fra tutti l'OLP di Yasser Arafat nella sua lotta contro Israele, e ponendosi come erede di Nasser, Gheddafi tenta senza successo l'unione politica della Libia con la Repubblica Araba Unita di Egitto e Siria (1972), con la Tunisia (1974), con il Ciad (1981) e con il Marocco (1984). Gheddafi espliciterà la sua filosofia politica nel Libro verde (1976).
La Jam?h?riyya sarà proclamata il 2 marzo 1977.
Nel 1977, grazie ai maggiori introiti derivanti dal petrolio, Gheddafi poté dotare la sua nazione di nuove strade, ospedali, acquedotti ed industrie. Sull'onda della popolarità, nel 1979 rinunciò a ogni carica politica, pur rimanendo l'unico leader del paese con l'appellativo di "guida della rivoluzione".
Tra il 1973 e il 1987 la Libia è coinvolta in un conflitto di frontiera con il Ciad per la striscia di Aozou, ricca di risorse minerarie; la contesa sarà risolta pacificamente nel 1994.
Negli anni '80, la Libia di Gheddafi si configurò come "stato-canaglia", sostenitore di gruppi terroristici quali l'irlandese IRA e il palestinese Settembre Nero.
Gheddafi fu progressivamente emarginato dalla NATO e il 15 aprile 1986 Tripoli fu bombardata dai caccia americani, rispondendo con un attacco missilistico contro Lampedusa.
Il 15 maggio 2006 gli Stati Uniti hanno riallacciato le relazioni diplomatiche interrotte 25 anni prima, togliendo la Libia dalla lista degli Stati Canaglia.
Nuove tensioni sono sorte dal 2008 tra la Libia e la Svizzera in seguito all'arresto a Ginevra del figlio di Gheddafi, Hannibal, mentre la relazione con l'Italia si è stabilizzata in seguito al Trattato di Bengasi, sempre del 2008.
Dal Febbraio 2009 al Gennaio 2010, Gheddafi è stato eletto come Presidente di turno dell'Unione Africana.