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Armenia


Storia

La storia si è dimostrata più volte sfavorevole nei confronti dell'Armenia, la quale fu sopraffatta dalla maggior parte delle grandi potenze del passato e quasi distrutta all'inizio del XX secolo. L'Unione Sovietica entrò con la forza e vi si stabilì per 70 anni, lasciando in eredità brutti e imponenti edifici e il sapore delle grandiose parate militari. La tensione con il vicino Azerbaijan (la regione del Nagorno-Karabakh è tuttora contesa; è consigliabile tenersi lontani dalla frontiera) si accese all'inizio degli anni '90 e il continuo blocco economico ha posto l'economia armena a dura prova, tanto che il carburante e altri generi sono venuti a scarseggiare. Tutto ciò non ha comunque impedito agli Armeni di fare le cose che a loro meglio si addicono: celebrare la propria cultura e vivere in maniera rilassata. L'Armenia, una delle culle della civiltà, offre ai visitatori, che occasionalmente siano disposti a fare a meno delle comodità del loro paese, esperienze piacevoli e originali.

I primi imperi e regni che comprendevano alcune parti o l'intera Armenia attuale furono il regno di Urartu (originariamente sotto re Argistis che costruì un forte nella attuale Yerevan), i Persiani Achemenidi, l'Impero Macedone di Alessandro il Grande, i Selgiuchidi, i Romani e i Bizantini. I Persiani attaccarono intorno al 428 e quando, nel 451, cercarono di imporre la religione zoroastriana si accese una rivolta che alla fine conferì agli Armeni una certa libertà politica e religiosa.

Gli Arabi musulmani si avventurarono a nord nel VII secolo e quando l'uomo più potente del luogo, Ashot Bagratuni il Carnivoro andò al potere ebbe un certo successo per un certo periodo. Tuttavia nell'XI secolo i Bizantini si espansero di nuovo nella regione e non fecero nemmeno in tempo ad insediarsi che subito arrivarono i Turchi. Verso la fine del XII secolo fu la volta dei Mamelucchi egiziani e dei crociati europei (che non governarono ma riuscirono a fare alcune riforme in stile occidentale e a lasciare alcune parole francesi). Si succedettero poi nella regione ondate di Persiani e di Turchi ottomani; gli Ottomani riuscirono a stabilirsi saldamente in buona parte dell'Armenia per quasi 400 anni.

A partire dal XVIII secolo gli Armeni all'interno dei vari imperi cominciarono a entrare in agitazione con l'obiettivo di ottenere delle riforme e un'identità politica e culturale. La letteratura armena, l'arte, la religione e l'educazione armena fiorirono sotto l'Impero Ottomano e l'Impero Russo portando così alla formazione dei movimenti politici armeni. All'inizio del XIX secolo la Russia ottenne il controllo di Yerevan e di una zona che comprende anche parte della Turchia attuale e intorno al 1870 si arrivò al conflitto tra Russia e Turchia. Gli Armeni in Turchia furono massacrati (una forma primordiale di pulizia etnica) con l'aumentare delle forze nazionaliste e intorno al 1890 il numero delle vittime ammontava ad alcune centinaia di migliaia. La rivoluzione russa del 1905 e la rivoluzione dei Giovani Turchi del 1908 fecero sorgere negli Armeni la speranza di costruire una nazione nella terra che storicamente apparteneva loro. Queste speranze furono annientate quando, durante la prima guerra mondiale, l'Impero Ottomano e l'Impero Russo vennero alle armi.

Le persecuzioni e i massacri che gli Armeni subirono dai Turchi sfociarono nel genocidio nel 1915. Il movimento dei Giovani Turchi temeva (forse a ragione) che durante la guerra i cristiani armeni si schierassero con i cristiani russi, quindi li massacrarono e li deportarono con la forza, uccidendone da uno a due milioni. Gli Armeni sostengono che il trattamento da loro ricevuto era motivato semplicemente dal razzismo e dal conflitto religioso. In ogni caso Hitler, tra gli anni '30 e '40, prese di proposito una pagina dal libro dei Giovani Turchi per la 'soluzione finale' dedicata agli Ebrei.

Nel 1916 la Russia prese l'Armenia ottomana ma dovette restituirla temporaneamente in quanto la prima guerra mondiale aveva messo al tappeto le sue forze militari. Lo stato indipendente della Transcaucasia venne rapidamente formato, ma durò la bellezza di un mese e quattro giorni. Le differenze locali fecero sì che si dividesse in Azerbaijan, Georgia e Armenia. La Turchia tornò immediatamente all'attacco e prese una porzione del territorio ma i Russi, sotto la bandiera nuova di zecca dell'Unione Sovietica, ritornarono e presero il controllo all'inizio del 1921. Ci furono dei contrasti per la delimitazione delle frontiere locali, che avrebbero causato in seguito il malcontento, ma l'apparato sovietico riuscì ad arginare la tensione tra Armenia e Azerbaijan per quasi 70 anni. Con le riforme della glasnost il campo era pronto per un'altra ondata di violenza.

Nel dicembre del 1988 un terremoto colpì l'Armenia nord-occidentale, provocando 25.000 vittime e lasciando un altro mezzo milione di persone senza tetto. Inoltre distrusse circa il 10% della capacità industriale e degli edifici della nazione. Nel frattempo Nagorno-Karabakh, l'enclave cristiana nell'Azerbaijan musulmano, votò per l'annessione all'Armenia, lamentando che la 'minoranza' armena dell'80% era stata vittima di repressioni. Casualmente la regione possiede riserve di petrolio non sfruttate che valgono miliardi di dollari e i Sovietici, con la loro cartografia poco precisa, le avevano collocate in Azerbaijan. Ben presto, quando decine di Armeni vennero uccisi, a Sumgait esplose la violenza. Centinaia di migliaia di Azeri e Armeni che si ritrovarono improvvisamente dalla parte sbagliata della frontiera cominciarono a spostarsi. Quando l'Unione Sovietica barcollò scoppiarono le battaglie tra le milizie armene e azere e altri Armeni vennero massacrati a Baku, la capitale dell'Azerbaijan. L'esercito sovietico riuscì a riprendere il controllo di Baku e a restaurare la sua versione dell'ordine e mentre l'Azarbaijan votava comunista alle elezioni del 1990, il presidente nazionalista armeno Levon Ter Petrosian ristabilì il controllo in Armenia.

In ogni caso l'Unione Sovietica avrebbe fatto ben presto parte della storia, e l'Armenia votò per l'indipendenza nel 1991. Nel 1993 l'Armenia controllava oltre un quinto dell'Azerbaijan, compresa buona parte di Nagorno-Karabak. Le parti in guerra firmarono il cessate il fuoco nel 1994 e da allora mantengono una difficile tregua. La campagna militare diede fondo alle risorse della nuova repubblica e l'Iran e la Turchia imposero inoltre un blocco economico. Una buona parte del cuore dell'Armenia storica, tra cui anche il Monte Ararat, si trova ora in Turchia, ma l'Armenia vi ha più o meno rinunciato. Un poeta armeno scrisse: 'Aspirare ad Ararat è molto più nobile ed eccitante che raggiungerlo'. Nagorno-Karabak fa ancora formalmente parte dell'Azerbaijan ma è raggiungibile solo dall'Armenia ed è presidiato dalle truppe armene. Questa situazione ha ulteriormente danneggiato la debole economia e un conflitto in Georgia ha bloccato le vie dei rifornimenti, togliendo altra linfa all'economia armena. Alle elezioni del marzo 1998 Robert Kocharyan fu eletto presidente (con il 59% dei voti) per un periodo di cinque anni.