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I segreti del deserto algerino.

Approfondiamo i segreti di questo luogo magico fuori dal tempo dove il ritmo è lento, quasi immobile.

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Se amate le suggestioni del nord Africa e siete appassionati di deserto e, nella fattispecie, del deserto del Sahara, un luogo da non mancare sicuramente è l’Algeria. Questa terra ricca di storia ha conosciuto molti regni e dinastie che si sono succedute tra loro, dagli antichi numidiani ai cartaginesi, dai romani ai vandali fino ai bizantini e senza dubbio possiede uno dei deserti più belli al mondo, da molti paragonato per forme e colori a quello libico. Questo luogo, semplicemente eccezionale, sa colpire il viaggiatore al cuore per la sua sconvolgente bellezza e la forza delle emozioni che è capace di trasmette e una delle sue prerogative è di assumere caratteristiche diverse a seconda della zona: dalle pietre dell’Atlante Sahariano, alle dune sabbiose, man mano che ci si avvicina verso la parte centrale.

Particolarmente suggestiva la zona a sud est, caratterizzata dalla presenza di una folta vegetazione costituita dal mirto sahariano e dal cipresso del Sahara, dove è possibile incontrare l’ importante area del Parco Nazionale del Tassili n'Ajjer.
La zona di Tikobaouine è una tra le più affascinanti, con le sue rocce modellate dal vento e dalle piogge nelle forme più disparate. Nel corso della storia quest’area ha attraversato infatti lunghi periodi di piogge alternati a lunghi periodi di siccità, che anche grazie all’opera instancabile del vento, hanno saputo modellare le rocce di arenaria in modo incredibilmente fantasioso. L’erosione ha fatto sì che si formassero circa 300 archi di roccia e altre numerose formazioni, mentre sul versante settentrionale dell’altopiano, dove anticamente scorrevano fiumi, l’acqua ha creato dei veri e propri burroni.
E poi ci sono le dune rosa dell’Erg d’Admer e le dune dell’Erg Tihoidaine, che cambiano colore a seconda dell’ora del giorno o la regione dell’Hoggar che stupisce poi con i suoi altissimi picchi vulcanici e le piscine naturali tra le rocce, dove i tuareg si riforniscono d’acqua.

Secondo l'UNESCO, il parco custodisce uno dei più importanti centri di arte rupestre preistorica al mondo, una vera galleria d'arte all'aperto, dove le formazioni rocciose di arenaria diventano tele per oltre 15.000 sculture e dipinti. L’arte rupestre di questo sito è così importante perché è una vera e propria testimonianza di vita: registra i cambiamenti climatici, le migrazioni degli animali, i rapporti tra l’uomo e l’ambiente sul bordo del Sahara dal 6000 a.C. ai primi secoli della nostra era. I dipinti e le incisioni nelle grotte del Parco offrono infatti uno sguardo affascinante sulle migrazioni animali, sui cambiamenti climatici e sulla vita umana che hanno contribuito a plasmare la storia della zona. Le opere d’arte rupestre presenti nel sito risalgono al periodo neolitico, quando questa fetta di Sahara era una savana brulicante di animali selvatici come antilopi, giraffe e coccodrilli. Le immagini dipinte sulle rocce rappresentano una sorta di istantanee che in maniera plastica offrono l’occasione di comprendere la vita degli uomini del tempo e che colgono momenti eccezionali di vita quotidiana con attività come il ballo, la caccia o la pastorizia.


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