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Avventura alla scoperta di una Giordania incontaminata.

Dove storia, archeologia e paesaggio convivono intrecciandosi l’uno con l’altro.

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Il senso del tempo permea l’esperienza di un viaggio in Giordania.
La storia oggi ci racconta, anche attraverso le recenti scoperte di un patrimonio archeologico in continua evoluzione, come questa terra sia stata un crocevia di culture straordinarie. Le prime testimonianze della presenza umana nell’area di Madaba risalgono al 4.000 a.C. Assiri, Babilonesi, Persiani e Macedoni furono tra i grandi imperi che qui lasciarono le loro influenze. Ma furono Greci, Romani e Natabatei ad avere il retaggio più significativo come testimoniato da luoghi emblematici quali Umm Qais, Jerash, Siq Al-Barid e la struggente Petra.
Parallelamente alle rotte turistiche che ripercorrono i fasti di un passato di cui i giordani sono estremamene orgogliosi, negli ultimi anni la Royal Society for the Conservation of Nature, sotto il patrocinio reale, ha promosso lo sviluppo e la protezione del variegato patrimonio naturalistico giordano. Un impegno che si muove parallelamente con l’integrazione nei progetti di tutela ambientale delle comunità locali.
Contrariamente a quanto si possa pensare, il paese presenta nei suoi 92.000 chilometri quadrati di estensione una certa varietà di ecosistemi in cui si individuano tre regioni principali: la valle del Giordano, l’unica parte fertile al confine dei territori israeliani che arriva fino al mar Morto grazie al fiume che scorre lungo la faglia della Great Rift Valley; il grande altopiano della Transgiordania, che occupa la parte nord del paese, con un’altitudine compresa tra i seicento e i novecento metri, e termina nei pressi del porto di Aqaba sul Mar Rosso ospitando anche grandi centri abitati del paese; infine il deserto, la caratteristica predominante nei suoi panorami anche nell’immaginario comune dove impervie montagne rocciose si trasformano in dolci alture di arenaria dalle calde sfumature.

IL CUORE OPERATIVO GREEN NELLA CITTÀ BIANCA TRA RECUPERI E SOSTENIBILITÀ
Amman è capitale e principale porta di ingresso per la scoperta del paese. Fondata dalla tribù semita degli Ammoniti ed in seguito occupata dai Greci che la chiamarono Philadelphia, in onore di Tolomeo Philadelphius, quando entrò a far parte del suo regno. Oggi è un labirintico centro moderno dove non perdere un suq ancora vivo e non riservato ai turisti e le viuzze di piccole botteghe, che concentra i propri tesori antichi nella sua Cittadella dove spicca lo splendido Teatro Romano.
Nel quartiere di Jabal Amman c’è il Wild Jordan Center, un edificio multifunzionale a basso impatto energetico dove, oltre ad avere informazioni sulle riserve gestite dalla RSCN, sono ospitati uno shop con prodotti ispirati alla natura e realizzati con l'utilizzo di materiali ecologici, diverse sale per la gestione di attività culturali, una biblioteca e anche un ristorante-bar con un panorama mozzafiato sui vecchi quartieri di Amman.
Sempre in quest’area troviamo anche la Jordan River Foundation, una ong impegnata nel recupero delle tradizioni artigianali delle donne giordane, cui vanno i proventi delle vendite dello shop aperto al pubblico con un’ampia selezione di prodotti di alta qualità come tappeti, cuscini, cesti, prodotti cosmetici e dove vengono spesso organizzate esposizioni sul patrimonio artistico locale.
All’insegna del recupero industriale è invece l'Amman Electricity Hangar, edificio destinato ai generatori elettrici risalente agli anni Trenta, a cui è stata regalata una seconda vita come centro culturale e sede di mostre d'arte, incontri letterari, eventi e mercatini gastronomici.
Fusione di sperimentazioni architettoniche ed eleganti forme naturalistiche anche la King Abdullah II House of Culture & Art, spazio concepito per spettacoli di teatro, musica, danza ed eventi dall’archistar Zaha Hadid.

RELAX E BENESSERE NEL PUNTO PIÙ BASSO DELLA TERRA
La Giordania regala ambienti davvero inaspettati come monti ricoperti di pinete, lussureggianti vallate, paludi e oasi. Il suo più grande unicum ecologico è però l’area che si estende lungo la costa orientale del Mar Morto. 410 metri sotto il livello del mare e con il fiume Giordano come unico immissario, a causa dell’evaporazione, che secondo gli studiosi incide di ben trenta centimetri l’anno, vanta livelli di salinità così elevata da permettere di galleggiare comodamente leggendo un libro e rendendo impossibile l'esistenza di qualsiasi forma di vita. L'unicità della composizione delle sue acque grazie alla presenza, oltre che di sodio, di bromuro e magnesio, ha effetti rilassanti, tonificanti e curativi per diverse patologie della pelle, mentre i fanghi neri che si trovano sulle sue rive rendono l’epidermide estremamente soffice. Proprietà benefiche conosciute fin dall’antichità (il sito era frequentato addirittura da Cleopatra) che giustificano la presenza di numerosi hotel con eccellenti centri termali e benessere dedicati alla cura di problematiche dermatologiche come la psoriasi e la dermatite, ma anche di altri disturbi come l’ipertensione e l’asma.  L’estro della natura ha prodotto sulla costa formazioni saline dai disegni e colori più disparati che, specialmente all’ora del tramonto, regalano uno spettacolo indescrivibile.

CANYONING ED ESCURSIONISMO NELLA RISERVA NATURALE AL MUJIB
L’area attorno al Mar Morto appare a prima vista inospitale, ma dalle colline circostanti affluiscono numerosi piccoli corsi d’acqua da cui scaturiscono piccole cascate che contribuiscono alla sopravvivenza di una sorprendente varietà di flora e fauna.
La riserva più vicina è Al Mujib, uno dei luoghi più selvaggi e spettacolari della Giordania, caratterizzata da bellissime gole e pareti calcaree scavate lì dove un tempo scorreva il fiume Arnon, lo storico corso d'acqua che segnava uno dei confini tra i tre regni che si spartivano queste terre nell'Età del Ferro. Istituita per la protezione dello stambecco nubiano, oggi è custode di numerose specie di uccelli e mammiferi tra cui lupi siriani, iene striate, linci del deserto, caracal e volpi. Diversi i percorsi escursionistici dedicati a tutti coloro che, in buona forma fisica, permettono di esplorare le diverse aree della riserva che presenta dislivelli di 1.300 metri e si estende fino alle montagne di Karak a sud e di Madaba a nord, raggiungendo in alcuni punti i 900 metri sopra il livello del mare. Cinque le opzioni di cammino tra cui scegliere: tre via fiume e due su terraferma. Quello del Siq che termina ai piedi di un’imponente cascata è il più semplice, mentre quello di Malaqi prevede un’escursione “bagnata” nel wadi tra le più popolari. Là dove arrivava il regno di Moab del mitico re Mesha ancora oggi si può percorrere il più impegnativo tracciato serpeggiante dell'antica Strada dei Re tra strapiombi vertiginosi e rocce color ocra.

I PRIMATI DELLA BIOSFERA DI DANA
Un’oasi naturalistica di pace e tranquillità lungo la Rift Valley sospesa tra falesie di arenaria con un’altitudine di 1700 metri e depressioni che possono scendere fino a 200 metri sotto il livello del mare nella Valle del Giordano.
Adiacente all'omonimo villaggio in pietra del XV secolo sulla strada dei Re, oggi riportato all’antico splendore ottomano da un sapiente lavoro di recupero e integrazione delle comunità locali, offre paesaggi di tutti i tipi: altipiani ricoperti da foreste, pendii rocciosi, dune di sabbia e deserti sassosi. L’anima selvaggia del luogo nasconde un intero mondo di specie vegetali e animali, metà dei quali a rischio estinzione, da scoprire lì dove un tempo scorreva un fiume essiccatosi nei secoli (wadi in arabo) e dove oggi si viene accolti dalle cordiali tribù beduine, continuando la tradizione di insediamento dell’area iniziata più di 6.000 anni fa. Alberi di agrumi, ginepri, acacie del deserto, palme da dattero, pistacchi selvatici, e poi caracal, stambecchi, gazzelle di montagna, i gatti del deserto e l’agama del Sinai, una lucertola che diventa azzurra durante il periodo dell’accoppiamento. Per apprezzare al meglio questa ricchezza naturalistica tante soluzioni di scoperta a piedi e alcune anche in mountain bike. Da segnalare anche i siti del Monte Rummana e le antiche rovine archeologiche di Feinan, a conferma di quanto portato alla luce da scavi archeologici nell’area che hanno evidenziato tracce della presenza di popoli paleolitici, Egizi, Nabatei e Romani.

NELLE VALLE DELLA LUNA COME LAWRENCE D’ARABIA
«Vasto, echeggiante e simile ad una divinità» così Lawrence d’Arabia descriveva il Wadi. Il deserto giordano patrimonio UNESCO, ieri naturale via di passaggio sulle rotte carovaniere da e per l’Arabia Saudita, è oggi lo scenografico set non solo delle pellicole di numerosi registi ma soprattutto delle avventure dei viaggiatori. Un panorama in continuo mutamento per opera dell’attività tettonica e dell’erosione delle sue rocce, custode di numerose incisioni rupestri che testimoniano come la presenza dell’uomo risalga ad oltre 4.000 anni fa. I Nabatei vi giunsero probabilmente nel VI secolo a.C. ma i ritrovamenti della loro civiltà risalgono solo al IV a.C.
Il suo ecosistema è particolarmente complesso: se per gran parte dell’anno le elevate temperature e la mancanza d’acqua costringono gli animali ad uscite perlopiù notturne, basterà una rara pioggia per far sbocciare oltre duecento specie di fiori e graminacee selvatiche. Qua e là le rare piante presenti sono usate dai beduini a scopo medicinale.
Facile sentirsi in un tutt’uno con questa natura di dune di sabbia rossa, canyon scultorei e colline o jebel di arenaria, granito, basalto di cui il più imponente è Jebel Rum (di 1740 metri), la seconda montagna più alta della Giordania. Tra gli altri principali punti di interesse naturalistico anche la formazione rocciosa ribattezzata come la “Sorgente di Lawrence” e la montagna nota come i “Sette Pilastri della Saggezza” proprio in onore del passaggio che la descrive nell’omonimo libro.
In fuoristrada, a piedi o sul dorso di un cammello, l’esplorazione del Wadi Rum offre sempre nuove possibilità di scoperta all’insegna di un turismo attento alla qualità dell’esperienza.
Bungalow, campi tendati o accampamenti di «igloo» tecnologici consentono la reinterpretazione in chiave moderna della vita seminomade degli Howeitat, tribù beduina originaria di questo territorio estremo. A completare l’assaggio della vita nel deserto lo zarb, piatto tipico a base di carne e verdure cotte sotto la sabbia.

I TESORI NASCOSTI: AJLOUN E AL AZRAQ
Pensando al deserto stupiscono, quindi, realtà lussureggianti come la Riserva forestale di Ajloun, istituita per preservare un’area estremamente fertile caratterizzata da boschi di pini, carrube, pistacchi, corbezzoli che per secoli sono stati di importanza fondamentale per le popolazioni locali come risorsa in grado di offrire legname, cibo e medicinali. Tocco di colore, poi, nel mese di aprile con la fioritura di anemoni e rose selvatiche. Uno scenario davvero splendido abitato da specie animali come faine, istrici e iene striate. L’unico modo per visitare la riserva è percorrerla a piedi, mettendosi in marcia attraverso suggestivi sentieri che, dal mese di aprile ad ottobre, si snodano tra i resti romani e bellissime architetture, mulini e fortezze come la celebre Qalʿat ʿAjlūn, nome arabo di uno dei maggiori esempi di architettura militare araba. La struttura fu in gran parte distrutta durante l'incursione mongola del 1260, per poi essere ricostruita dal sultano mamelucco Baybars.
Altro sito in cui natura e storia sono indissolubilmente legate è la Riserva delle paludi di Al Azraq, sempre nel nord a un centinaio di chilometri da Amman, che abbraccia un’area umida habitat di numerose colonie di uccelli. Oltre al bird watching, è possibile partecipare a safari diurni e notturni a Shawmari o alle numerose gite nel Deserto orientale. Il deserto è costituito per la maggior parte da basalto nero, che crea un paesaggio insolito e austero in cui spiccano i resti di vulcani estinti e molti siti archeologici.

UN TUFFO NEL MAR ROSSO
A conclusione del viaggio nella selezione dei siti naturalistici più interessanti della Giordania il Golfo di Aqaba, celebre per i suoi fondali brulicanti di vita marina. Una temperatura media dell’acqua pari a 23 °C, l’assenza di maltempo e le correnti miti hanno creato le condizioni ideali per quello che è l’ecosistema corallino più settentrionale del mondo. I suoi livelli di salinità hanno favorito la sopravvivenza di più di mille specie di pesci, coralli, crostacei e mammiferi. L’incontro con testuggini, delfini ed innocui squali-balena sarà emozionante, tanto quanto saranno adrenaliniche le numerose possibilità di sport acquatici a cui è possibile dedicarsi come, ad esempio, snorkeling, jet-ski, motonautica, vela e sci d’acqua.


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